L’ultima apericena

«Buonasera, a che nome avete prenotato?»
«Il Signore sia con te, mi chiamo Di Nazareth.»
«Gesù per tredici, giusto?»
«Siamo io e i miei discepoli.»
«Ce l’avete il green pass?»
«Nostro Padre veglia su di noi.»
«Guardi, non ne dubito, ma sia lei che suo padre dovete avere il green pass.»
«Ah… sì comunque ce l’abbiamo.»
«Avete preferenze dentro o fuori?»
«Discepoli, gradite più fuori o dentro?»
«Io fuori!»
«Io dentro!»
«Raga le zanzare ci massacrano, lo sapete che al Maestro non piacciono.»
«Giuda sii caritatevole, non leccare, amo tutte le creature di Papà.»
«Guardi signor Di Nazareth, posso dirle che dentro riesco a farvi stare tutti allo stesso tavolo, fuori dovrei mettervi su due tavoli vicini.»
«Allora prediligo l’interno. Vorrei che potessimo desinare alla medesima tavola, preferibilmente da un lato solo, giacché viene meglio nei dipinti.»
«Va benissimo, seguitemi pure.»


«Bene signori, posso iniziare portando un po’ d’acqua?»
«La pace sia con te, ragazzo. L’acqua non servirà, portaci del vino, ma non il tuo migliore. Un vino umile, ottenuto dall’uva di spremitori con contratto a termine.»
«Guardi qui siamo tutti in nero. Per il resto sapete già?»
«Maestro io prendo una quattro stagioni.»
«Io una prosciutto e funghi.»
«Io prendo una Tedesca.»
«Tomma’, cosa vuol dire “Tedesca”?»
«Ah non lo so, però si chiama così.»
«Maestro ma io la posso prendere al trancio?»
«Immagino non sia un problema per questi gentili ristoratori, però un momento, miei discepoli, è di vitale importanza che ci diano del pane, mi serve per dopo. Ma pane umile però, con poca mollica, anzi meglio se neanche lievitato.»
«C’è senza glutine?»
«Non lo so, ora vediamo.»
«Maestro sei bravissimo con l’organizzazione, ti bacerei guarda.»
«Giuda non proferire cazzate che stasera non sono in vena. Esponi la tua preferenza sulla pizza e chetati.»
«Scusa Maestro, per me una Diavola.»


«Miei discepoli, lasciate che io prenda questo pane, con il quale…»
«Maestro devo andare al bagno.»
«Giuda proprio adesso? Non ti è possibile attendere?»
«Eh Maestro, il vino…»
«Va bene, vai. Stavo dicendo, miei discepoli, spezzo questo pane e vi dico: prendete e mangiate. Questo è il mio corpo che è dato per voi. Fate questo in memoria di me.»
«Maestro io non riesco, non ci entra più uno spillo.»
«Sì Maestro, anch’io, la crostata dovevo lasciarla lì.»
«Mmm, va bene, lo mangia chi se la sente. Ma ricordatevi di farlo in memoria di me nei giorni e anni a venire.»
«No problema Maestro.»
«Ma ci possiamo spalmare su qualcosa?»
«No Bartolomeo, siamo umili.»
«Ah già, scusa.»
«Bene. Ora prendete il vino. Bevetene tutti, questo è il mio sangue, versato in remissione dei peccati.»
«Oh Maestro ma che è il tuo sangue davvero?»
«Pietro sei ubriaco, il Maestro parla per simboli.»
«No secondo me dice sul serio eh, e ogni volta che lo berremo sarà sempre il suo vero sangue.»
«Pietro, mio allievo prediletto, Andrea dice il vero, si tratta di…»
«No! È così! Vero corpo e vero sangue, TRANSUSTANZIAZIONE!!!»
«Ohhh Piè non urlare che ci cacciano.»
«No vabbè, pure le parole si inventa, andato proprio.»
«Miei discepoli, forse è giunta l’ora di…»
«Rieccomi, che mi sono perso?»
«Giuuuuuudaaaaaa, ti sei perso l’EUCARISTIA!»
«Mio buon Pietro, ti prego di smettere di inventare parole a caso, stavo tentando di fare un discorso serio. Comunque Giuda, ti sei perso un momento di comunione importante.»
«Scusa Maestro.»
«La COMUNIONEEEEE!»
«Ebbasta Pietro…»


«Siete stati bene?»
«Sì molto bene, i miei ringraziamenti sono per lei e per i proprietari. Chiedo perdono per i poco composti schiamazzi, ma sa, era un’Ultima Cena.»
«Non si preoccupi, capita spesso, il vino qui è bello forte.»
«Ma era invero delizioso, così come le pizze. E il pane umile al punto giusto.»
«Mi fa piacere. Per il pagamento facciamo un conto unico o volete fare separato?»
«Faremo un conto unico, e sarà questo mio discepolo a occuparsi di saldare il nostro debito.»
«Ma come Maestro? Tutto io?»
«Giuda, io sono in tunica e sono sprovvisto di tasche, mentre a te crescono trenta denari, è verità o è menzogna?»
«Ma… Maestro… voi come fate… cioè, insomma…»
«Lasciamo stare va Giuda, fai quello che devi fare e paga questo conto. Venite a me, miei discepoli, e tosto rechiamoci al giardino degli ulivi a passeggiare, così digeriamo.»
«SU LE GETSEMANIIIIII!!!!»
«Filippo, puoi fornire dell’acqua a Pietro? Non possiamo fare tutta la sera così, fra poco mi arrestano pure.»
«Maestro, in che senso ti arrestano?»
«Chiedo perdono, l’abbondante libagione ha effetto anche su di me. Undicesimo comandamento: no spoiler. Andiamo, miei discepoli, chi arriva ultimo va all’inferno. E non lo dico così, par dare fiato alla bocca.»

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